Un quota di dipendenza nella relazione con l’altro esiste in ogni rapporto e, se è limitata, è utile all’instaurarsi della relazione in quanto è necessaria all’essere umano per ottenere conferme, sostegno, conforto, empatia e scambio. La dipendenza affettiva propriamente detta assume invece delle forme così totalizzanti da danneggiare se stessi e la relazione in corso, fino a diventare una vera e propria patologia. Nella dipendenza affettiva, il partner dipendente si annulla completamente per l’altro, la cui esistenza, presenza e vicinanza, diventa sostanziale al proprio benessere, alla percezione di essere vivi e utili.
Volendo tracciare il profilo psicologico del dipendente affettivo potremmo dire che è una persona che non si sente libera di amare un altra persona per quella che è veramente e, nello stesso tempo, non è in grado di farsi amare per quella che è la sua vera natura; sostanzialmente il dipendente sta insieme all’altra persona per colmare le proprie paure, i propri bisogni e non riesce a godere dei veri e propri aspetti positivi dei rapporti umani, obnubilato dalla possessività, dall’ansia di separazione e dalla paura per un possibile abbandono.
Alla luce di questo quadro non stupisce che questo tipo di personalità dipendente scelga partner “problematici”, portatori a loro volta di altri tipi di dipendenza (droghe, alcol, gioco d’azzardo, ecc…), ciò sempre al fine di negare i propri bisogni perché l’altro ha bisogno di essere aiutato. Ma è un aiuto “malato” in cui si diventa “co-dipendenti”, anzi si rafforza la dipendenza dell’altro, perché possa essere sempre “nostro”.
“Amare troppo è calpestare, annullare se stessi per dedicarsi completamente a cambiare un partner non adatto”
“Amare in modo sano è imparare ad accettare ed amare soprattutto se stessi, per poter poi costruire un rapporto gratificante e sereno con un partner adatto”.
Trattamento
La psicoterapia aiuta il paziente dipendente affettivo a riconoscere le complesse trappole cognitive ed emotive che lo conducono a sofferenza e infelicità. Tramite il percorso terapeutico il paziente impara a guardare in faccia le proprie fragilità e bisogni insoddisfatti al fine di riprendere in mano le redini della propria esistenza e a gettare le basi per la costruzione di una più sana e funzionale modalità d’amare.
“Il vero amore non dice “ti amo solo se…” ma “ti amo anche se…”
Dott.ssa Manuela Ferrara