La fobia è una paura estrema, irrazionale e sproporzionata per qualcosa che non rappresenta una reale minaccia e con cui gli altri si confrontano senza particolari tormenti psicologici. Le persone che soffrono di fobie si rendono perfettamente conto dell’irrazionalità di certe reazioni emotive, ma non possono controllarle.
L’ansia fobica si esprime con sintomi fisiologici come tachicardia, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito e spossatezza. Si sta male e si desidera solo fuggire.
Scappare, d’altra parte, è una strategia di emergenza. La tendenza ad evitare tutte le situazioni o condizioni che possono essere associate alla paura, sebbene riduca sul momento i suoi effetti, in realtà costituisce una trappola: ogni evitamento, infatti, conferma la pericolosità della situazione evitata e prepara l’evitamento successivo. Tale spirale di progressivi evitamenti produce l’incremento, non solo della sfiducia nelle proprie risorse, ma anche della reazione fobica della persona, al punto da interferire significativamente con la normale routine dell’individuo, con il funzionamento lavorativo o scolastico oppure con le attività o le relazioni sociali. Il disagio diviene così sempre più limitante.
Le fobie si distinguono in:
- Fobie generalizzate: fobia degli spazi aperti o agorafobia e fobia sociale
- Fobie specifiche: fobie degli animali, dell’ambiente naturale, di situazioni specifiche come gli aerei, gli ascensori, i ponti, il sangue, ecc.
- Fobia di avere delle malattie: ipocondria
Una forma particolare di fobia riguarda il proprio corpo o una parte di esso, che la persona vede come orrende, inguardabili, ripugnanti (dismorfofobia).
Trattamento
Attraverso la psicoterapia cognitivo comportamentale delle fobie Il paziente viene avvicinato in modo molto progressivo agli stimoli che innescano la paura. Il contatto con tali stimoli viene mantenuto finché inevitabilmente non subentra l’abitudine ed essi non generano più ansia. Solo a tal punto si procede all’esposizione ad uno stimolo leggermente più ansiogeno, in una gerarchia accuratamente preparata in seduta a priori. In questo modo, nell’arco di poche settimane, si riesce a salire sulla gerarchia fino ad arrivare a esposizioni molto più forti, senza suscitare mai troppa ansia nel soggetto e ripetendo ogni esercizio finché non è diventato neutro. In alcuni casi, per rendere più efficace il metodo, si insegnano al paziente specifiche tecniche di rilassamento e lo si invita ad utilizzarle poco prima di esporsi agli stimoli ansiogeni, in modo da facilitare la creazione di un nuovo condizionamento in cui l’organismo associ a tali stimoli il rilassamento anziché l’ansia.
“la paura è un’emozione innata ma il coraggio è una virtù che ognuno di noi può apprendere e sperimentare quando vuole”
Dott.ssa Manuela Ferrara