Perdere qualcuno che si ama è molto doloroso e la parola “lutto” vorremmo non sentirla mai, ma la vita, dalla nascita alla morte, è un susseguirsi di perdite. La parola “lutto” è associata al dolore, alla perdita di una persona cara, di un animale al quale eravamo molto affezionati, ma anche di una speranza, di un amore o di un’amicizia, della salute, della giovinezza…una parte di se stessi quindi non esiste più. Il lutto e la perdita implicano un distacco e l’intensità della sofferenza è determinata dall’intensità stessa del legame che sentiamo verso la persona o l’animale che abbiamo perso. C’è chi riesce a gestire con le proprie forze una vita cambiata e chi resta nello smarrimento e nello sconforto. Dopo una perdita importante si possono provare molte emozioni difficili come la rabbia, il senso di colpa, lo shock e la tristezza che devono essere considerate come reazioni normali. L’elaborazione del lutto è un lavoro psichico che investe tutta la persona e si compone di diverse fasi:
- Torpore, stordimento e perdita di lucidità: alla notizia della morte di una persona cara molte persone sperimentano difficoltà nel realizzare l’accaduto e si riversano in uno stato di torpore e stordimento.
- Struggimento e crisi: è la fase in cui si realizza ciò che è accaduto. E’ la fase della tempesta emozionale che vede alternarsi sentimenti diversi: ansia, tensione, rabbia, confusione. L’ansia può aumentare fino a scatenare attacchi di panico.
- Disorganizzazione e disperazione: Con il passare del tempo l’intensità e la frequenza degli attacchi di dolore diminuisce mentre si rende più evidente apatia e disperazione. La persona fatica ad elaborare il suo futuro e manifesta una sensazione di distacco dal contesto sociale.
- Riorganizzazione e recupero: In questa fase lo stato d’animo migliora, iniziano attività rivolte al futuro e inizia a prevalere una nuova visione del mondo che si affianca alla precedente.
Dopo una perdita “non si può” essere più gli stessi: la morte di una persona cara rimette in discussione un grande numero di assunti riguardo la visione del mondo, la modalità di pensiero e di comportamento che facevano riferimento alla persona scomparsa.
La morte di una persona cara mette in crisi la nostra identità e le nostre certezze. Elaborare il lutto vuol dire essere in grado di costruire una nuova struttura di significato alla nostra esistenza, recuperare e rafforzare il significato autentico di ciò che è stato perduto e renderlo rilevante per la nostra vita passata, presente e futura. A volte questo passaggio è impedito dalla società odierna dove sembra non ci sia posto più per il lutto, per una fase emotiva che è indispensabile per salutare dentro di noi una persona, un animale o una situazione. Troppo spesso questo momento così importante sembra essere catturato dalla velocità con cui tutto deve essere eseguito (lavoro, impegni, etc.) che non concede più spazio ai tempi necessari per arrivare all’accettazione dell’assenza definitiva della persona cara.
A volte non è concesso neanche il tempo di piangere. Ma questo non è sano.
Dobbiamo avere il tempo per “salutare”e “piangere”, perché ciò permette di riprendere in maniera equilibrata il regolare corso della vita e delle cose.
E’ dunque fondamentale dal punto di vista psicologico poter attraversare le varie fasi ed emozioni legate al lutto perché, se ciò non avviene, la persona può trovarsi congelata in una di esse e andare incontro al deterioramento della proprie relazioni e del proprio stato emotivo, sviluppando un grado di sofferenza che lo imprigiona per anni e a volte per sempre.
“E arriva il momento in cui di fronte all’incomprensibile ci resta una sola arma, arrendersi e lasciare scorrere il dolore”
Dott.ssa Manuela Ferrara