Avere un partner o un familiare che soffre d’ansia è frustrante e può limitare anche la tua vita, puoi provare rabbia, tristezza e ansia. Il rapporto di coppia o la vita familiare possono risentirne e si vive condizionati dalle paure.
Ti chiedi cosa è giusto dire o non dire, cosa fare o non fare.
Innanzitutto devi sapere che:
Il tuo familiare non si è svegliato una bella mattina pensando: “Oh! Che bello, da oggi voglio stare male tutti i giorni con l’ansia e il panico e voglio anche far stare male i miei cari”.
Come non si decide di prendersi una polmonite così non si decide di avere un disturbo d’ansia.
- I Disturbi d’ansia (ma vale per qualsiasi disturbo mentale) non sono modi di essere e vivere che uno si sceglie consapevolmente e non si curano con la forza di volontà. L’ansia è probabilmente il miglior equilibrio che la persona ha trovato in quel momento, un equilibrio doloroso e che fa acqua da tutte le parti, certo, ma che va innanzitutto rispettato e capito.
- Il disturbo d’ansia è un problema psicologico, non è un segno di debolezza o mancanza di carattere e si può curare con la psicoterapia, eventualmente in associazione ad ansiolitici.
- Ci sono fondate evidenze che questi disturbi hanno come substrato un’alterazione dei neuromediatori cerebrali e che eventi di vita possono scatenarne l’insorgenza in una persona geneticamente predisposta.
Cosa puoi fare allora?
- NON SOTTOVALUTARE IL PROBLEMA
Sminuirlo o ridicolizzarlo non è solo inutile ma è anche dannoso.
Il tuo caro può sentirsi ancora più incapace e colpevole di non riuscire ad eliminare una cosa per te così incomprensibile.
“Ma che ti manca?” è una delle tante frasi che sarebbe meglio non dire a chi ha problemi d’ansia. Accanto a questa frase ce ne sono altre ancora:
- Vedrai che col tempo passa tutto
- Dai! Forza, impegnati!
- Tirati su! Fuori c’è il sole!
- Distraiti!
- Abbiamo tutti dei problemi
- Tu non vuoi stare meglio
Cos’hanno in comune tutte queste frasi? In breve, la mancanza di empatia nei confronti della persona che sta male. Essere empatici significa sentire le emozioni e la sofferenza dell’altro, capirlo nella suo dolore ed essere connessi emotivamente. Ciò non è sempre facile perché implica aprirsi ed entrare in contatto con le nostre emozioni. Spesso le persone preferiscono difendersi dalle emozioni usando la razionalità come soluzione che però lascia l’altro in balia di se stesso.
- APPRENDI PIU’ INFORMAZIONI POSSIBILI SUL DISTURBO Consulta libri, siti o uno psicoterapeuta
- RICONOSCI E PREMIA ANCHE I MINIMI RISULTATI Se il tuo partner riesce ad affrontare anche solo una piccola situazione che normalmente gli crea ansia, riconoscilo e non sottovalutarlo. Forse per te sarà insignificante ma per il tuo partner può essere una grande conquista che porta ad un aumento dell’autostima.
- STAI ATTENTO ALLE POSSIBILI GRATIFICAZIONI CHE POTRESTI OTTENERE DAL SUO DISTURBO.
Potresti ad esempio sentire crescere il controllo sul tuo partner dovendolo accompagnare, assistere, ecc e questo ruolo potrebbe gratificarti così tanto da impedirgli di cominciare a camminare con le sue gambe. - SMETTILA DI ASSECONDARLO SU TUTTO accompagnandolo sempre e vivendo la sua vita.
- STIMOLALO AD AFFRONTARE PICCOLE COSE se ha paura dei cani potrebbe cominciare ad affrontarla guardando delle foto di cuccioli, poi guardando un cucciolo da lontano, poi accarezzandolo ecc. Se ha paura di guidare per un lungo tragitto potrebbe cominciare guidando per pochi metri in una strada poco trafficata ed insieme a te, poi per un tragitto più lungo, ecc
- IN CASO DI UNA CRISI DI PANICO puoi essergli di molto aiuto già con la tua presenza. Puoi rassicurarlo con una semplice frase del tipo “sono qui con te, aspettiamo insieme che passi”. Una frase di questo tipo è molto più utile di un “reagisci!”, “non è successo niente”, “calmati”.
Puoi anche aiutarlo facendo insieme con lui dei respiri lenti e profondi che servono a contrastare l’ansia. Ricorda però che, nel momento della crisi di ansia acuta, la sensazione di soffocamento è tale che qualsiasi esercizio di respirazione diventa difficile. La persona tende perciò ad avere una respirazione superficiale e veloce che paradossalmente aumenta l’ansia.
- RICONOSCI I TUOI LIMITI
Il tuo partner ha una malattia che va curata da un professionista. Non puoi fare lo psicoterapeuta, se cercassi di farlo non lo aiuteresti di certo. Piuttosto abbraccialo e digli sinceramente che capisci la sua sofferenza.
“Chi sa di non essere solo nella battaglia ha una marcia in più!”
Dott.ssa Manuela Ferrara