CHE COSA DEVO DIRE E DA DOVE DEVO PARTIRE?
Il primo incontro tra paziente e Psicologo è sempre molto importante e delicato. Non esiste pertanto una regola che definisca a priori da dove si deve partire a raccontare il disagio che si prova e che cosa bisogna dire. Il paziente è libero di esprimersi come meglio crede e sente. Può partire dal punto che ritiene in quel momento più importante per lui e che gli sta più a cuore, in piena libertà di espressione e senza giudizio alcuno da parte dello Psicologo. Lo Psicologo dice chiaramente che non ci sono obblighi e regole, che potrà però fare delle domande per capire meglio la sofferenza che gli viene portata.
Va bene dunque se il paziente decide di partire dai suoi genitori, dalla sua infanzia, dall’ultimo episodio in cui è stato male oppure se decide di partire dai suoi dubbi e ha delle richieste sulla psicoterapia da chiarire prima di cominciare il suo racconto. Ci sono persone che chiedono espressamente: “mi faccia lei delle domande”, altre invece che hanno talmente tante cose da raccontare che non sanno nemmeno da dove cominciare ed altre ancora che possono stare un po’ in silenzio e iniziare a raccontare in un secondo momento.
La regola dunque è: massima libertà di espressione!
E’ importante sapere che, il paziente singolo o la coppia, sono i più grandi esperti del loro malessere e della loro storia di vita mentre lo Psicologo è l’esperto della cura del malessere, ognuno pertanto porta della relazione terapeutica degli aspetti molto importanti che insieme permettono la comprensione del disagio prima e la cura dello stesso poi. Psicologo e paziente formano pertanto una squadra importante.
Di norma, dopo aver dato spazio al paziente, il terapeuta spiega come avvengono le sedute, la durata degli incontri, la loro frequenza e lascia sempre uno spazio finale per qualsiasi domanda o dubbio che possa essere sorto nella persona.
MA COSA SUCCEDE IN SEDUTA?
In seduta si parla, si raccontano episodi, pensieri, desideri, aspettative e si esprimono emozioni. Ciò che accade oltre a questo dipende molto da entrambe le parti della squadra, ovvero dal terapeuta e dal tipo di specializzazione che ha fatto e dal paziente, dalle sue resistenze o meno verso il cambiamento, dalle sue caratteristiche di personalità, ecc. Per quanto riguarda il terapeuta ce ne sono alcuni che danno priorità all’ascolto e fanno pochi e brevi interventi, altri invece, pur dando importanza all’ascolto, intervengono più spesso; alcuni usano il lettino altri invece due poltroncine e altri ancora hanno una scrivania tra terapeuta da paziente…i “setting” quindi possono essere diversi.
Per ciò che mi riguarda accolgo i pazienti in uno spazio confortevole con due poltroncine o più in base al tipo di terapia (individuale, coppia, gruppi).
Anche se “l’ambiente terapeutico” può essere diverso, l’aspetto in comune alle varie forme di psicoterapia consiste nella capacità del terapeuta di comprendere il paziente, la sua visione di sè, del mondo e degli altri e, contemporaneamente, di poter sperimentare in seduta una diversa esperienza di sé. Ciò permette un cambiamento del paziente stesso, sperimentato prima nel qui e ora della seduta, che viene poi generalizzato nei vari contesti della sua vita. In terapia la parola chiave è “cambiamento”, una parola semplice da pronunciare ma caratterizzata da vissuti e resistenze a volte molto forti. Cosa significa questo?
Significa che, anche se c’è una forte motivazione al cambiamento, può essere che ci siano anche delle forti resistenze ad esso da parte del paziente. Cambiare significa abbandonare un po’ alla volta le proprie abitudini sicure, anche se fanno soffrire, per avventurarsi in qualche cosa di nuovo e sconosciuto…questa è la paura comprensibile del cambiamento.
Ciò che non si conosce si teme sempre e porta a ritirarsi, a resistere e difendersi. Il lavoro del terapeuta è anche comprendere questo aspetto e pian piano proporre il “nuovo” che, una volta visto, conosciuto, sperimentato, non farà più così tanta paura.
CI SONO DELLE REGOLE DA RISPETTARE?
Ogni professionista è libero di scegliere come fare il proprio lavoro nel limite del rispetto delle normative dell’Ordine professionale di appartenenza. Ciò vale ad esempio per il costo delle sedute, per l’importanza di essere chiari rispetto alle normative in merito della privacy e del consenso informato rispetto al trattamento dei dati personali ecc. Tutte le informazioni riguardanti il paziente sono coperte dal segreto professionale e, nel caso in cui si presenti la necessità di comunicare delle informazioni ad altri specialisti (esempio lo psichiatra per una terapia farmacologica di supporto a quella psicoterapeutica), il terapeuta ha il dovere di far firmare il consenso al paziente; quest’ ultimo è comunque libero di scegliere se dare il consenso o meno e si decide insieme senza obblighi.
Per quanto riguarda l’organizzazione delle sedute, le regole dipendono e variano da professionista a professionista.
Nel mio lavoro le regole sono poche e chiedo attenzione in merito nel rispetto di ogni paziente e della mia professionalità.
- Le sedute individuali hanno la durata di un’ora
- Le sedute di coppia hanno la durata di un’ora e mezza
- I ritardi del paziente non possono essere recuperati
- I ritardi del terapeuta verranno recuperati senza costi da parte del paziente
- Le sedute vanno disdette con almeno un giorno di anticipo, in caso contrario dovranno essere saldate
- In base a situazioni particolari le regole sopra elencate potranno subire dei cambiamenti
E’ mia abitudine fissare gli appuntamenti per eventuali primi colloqui solo ed esclusivamente per telefono e preferibilmente direttamente con l’interessato (a meno che non si tratti di minori). Il primo contatto telefonico è estremamente importante in quanto, già dalla telefonata, è possibile avere delle prime impressioni in merito alla motivazione e alla richiesta. Difficilmente sarà possibile la stessa cosa se la richiesta di un appuntamento viene fatta da una terza persona che non vive direttamente il disagio ma lo riporta soltanto. La sofferenza non gli appartiene per cui potrebbe omettere delle prime informazioni molto importanti anche se non consapevolmente.
Approfondimenti:
- Definizione di Psicologo (Wikipedia)
- Definizione di Psicoterapeuta (Wikipedia)
- Legislazione italiana (Ordine degli psicologi)