Tante volte mi sono sentita fare la stessa domanda: “dottoressa… vorrei sapere se lui mi ama”, “ma come faccio a sapere se è amore?”, “non capisco se lo amo o se gli voglio bene”.
La parola “amore” è forse una delle più usate e delle più potenti.
L’amore è nelle canzoni, nelle poesie, nelle fantasie…ovunque. Per amore si fanno cose straordinarie e, quando si dissolve un amore, si può crollare come una foglia al vento.
Ma come si fa a sapere se, quel sentimento che si prova, è amore?
Facciamo un passo indietro.
Per saper amare in modo sano è importante aver avuto un attaccamento di tipo sicuro con la madre (ci sarò per te, puoi fidarti di me, mi fido di te, stai tranquillo, sono presente, ti starò vicino se avrai bisogno, ti lascio libero di esplorare, non ti soffoco). La fiducia e la sicurezza conquistate nell’infanzia, grazie a questo tipo di legame bidirezionale tra madre e figlio, permetterà alla persona, una volta diventata adulta, di ripetere la stessa esperienza di sicurezza con il partner.
Se qualcosa non funziona in questo primo prezioso scambio relazionale, il bambino potrà mettere in atto comportamenti che possono aiutarlo a difendersi, anche se in modo disfunzionale, per la sua crescita e il suo benessere futuro. L’indisponibilità dell’adulto di riferimento, da cui il bambino dipende per la sua protezione e sopravvivenza, creerà una vulnerabilità verso la paura della perdita dell’altro e la dipendenza, ovvero la tendenza a non instaurare dei veri legami d’amore.
Ogni essere umano è dipendente da un altro e, nella relazione di coppia, una sana dipendenza è fondamentale. Se so che il mio partner ci sarà per me, che non mi abbandonerà, che mi sosterrà nei momenti di bisogno, che sarà in grado di capire i miei bisogni e so che anche io sarò forte abbastanza per sostenere lui/lei in tutto questo, allora si crea la “buona dipendenza affettiva” che da origine ad un legame di amore sano.
Questi importantissimi e fondamentali ingredienti di fiducia di base permetteranno poi di essere disponibili a completare l’amore con:
- Una buona sessualità e attrazione fisica
- L’esclusività del rapporto (io e te e non io, te e le altre donne/gli altri uomini)
- La capacità di condividere, confrontarsi, comprendersi, aiutarsi
- Il desiderio di vicinanza
- Desiderare il bene dell’altro e difenderlo
- La capacità di scherzare
- La progettualità per il futuro
- L’essere autonomi nella coppia
- La sicurezza di poter esprimere emozioni, pensieri, paure e bisogni senza sentirsi giudicati
- La capacità di accettare l’altro anche per i suoi “difetti”
- La capacità di discutere e trovare delle soluzioni insieme
- La tranquillità nell’esplorare e nel separarsi dall’altro sapendo che lui/lei ci sarà comunque
Torniamo dunque alla domanda iniziale: “come faccio a sapere se lui mi ama e se io lo amo?”
Quando, in un rapporto di coppia, mancano anche solo alcuni di questi ingredienti, l’amore che si pensa di provare è un amore camuffato che si potrebbe meglio definire come bisogno, dipendenza affettiva, amicizia, necessità sessuale, interesse, fratellanza, abitudine, simpatia, ecc…
Per capire se è vero amore sarebbe utile rivolgere a se stessi alcune domande e attendere che le risposte arrivino dal profondo, dalla parte più sincera. Alcune domande molto importanti sono:
- qual’è la persona con la quale mi sento più me stesso?
- dalla quale mi sento ascoltato e compreso?
- con la quale mi piace passare il mio tempo?
- dalla quale non mi sento criticato e giudicato?
- che mi manca quando non la posso vedere per tanto tempo?
- che mi aiuterebbe in qualsiasi situazione di difficoltà?
- alla quale sento che posso confidare le mie paure, i miei dubbi, le mie ansie?
- con la quale mi sento bene e mi posso fidare?
- che mi dimostra che io vengo prima di tutti?
- che sento vicino anche se discutiamo?
Ce ne sarebbero molte altre ma, già rispondere sinceramente a queste, potrà esserti di aiuto per capire meglio il sentimento che provi verso l’altra persona.
Se la risposta fosse, ad esempio, mia madre o mio padre, penserei che non c’è mai stata una vera separazione dalla famiglia di origine, che non si è raggiunta l’autonomia e, pertanto, la relazione di coppia che si sta vivendo è qualcosa di diverso da amare.
E se facessimo una pausa di riflessione?
Se ci si rende conto che il rapporto non funziona e che ci sono delle difficoltà, ci possono essere diverse strade. E’ possibile fare una psicoterapia di coppia che è fondamentale per capire che emozioni e sentimenti sono in gioco nella coppia e ritrovare l’equilibrio perduto, ma è anche possibile prendersi del tempo per riflettere.
L’allontanamento permette ad entrambe i partner di ascoltarsi e di avere una visione maggiormente obiettiva del rapporto, dei propri bisogni e dei propri sentimenti verso l’altro.
Perché una pausa di riflessione possa essere utile, esistono alcuni presupposti da seguire. In primo luogo dovrebbe essere desiderata e decisa di comune accordo, anche se non sempre accade così. La coppia dovrebbe poi scegliere le modalità con cui desidera affrontare la separazione temporanea, in modo da non dover vivere l’ansia di “che cosa succederà in questo periodo?”
Ci si potrebbe confrontare su temi come la durata, l’assenza o limitazione di contatto, la libertà o meno di frequentare nel frattempo altre persone. “Per la mia esperienza professionale, credo che una pausa dalla relazione sia costruttiva se utilizzata appunto per riflettere, per interrogarsi, per stare in ascolto e in contatto con se stessi e con il proprio mondo interiore”. Una volta terminato il periodo di distacco, la coppia dovrebbe poi confrontarsi, raccontandosi come ha vissuto il distacco, le emozioni provate, le consapevolezze raggiunte e da lì decidere se lasciarsi oppure tornare insieme, “facendo tesoro degli elementi nuovi acquisiti e sfruttandoli come novità da introdurre all’interno della relazione”.
“L’amore che si sente sicuro è un amore libero, tutto il resto è prigione”
Dott.ssa Manuela Ferrara Psicologo-Psicoterapeuta