Il tipo di legame affettivo che si instaura con il partner dipende sempre dalle caratteristiche di personalità di ogni individuo che compone la coppia e del suo modo personale di stare in relazione con l’altro.
La persona con uno stile affettivo borderline sarà impulsiva, labile da un punto di vista emotivo, avrà la tendenza a reagire in modo intenso e rapido di fronte a stimoli emotivi anche minimi e avrà difficoltà a regolare le sue emozioni che potranno rimanere intense anche per diverso tempo, sarà caotica nella manifestazione dei sentimenti, imprevedibile, contraddittoria, insicura ma anche ipercoinvolgente nella relazione. Il partner non sarà in grado di anticipare i suoi comportamenti né tantomeno i suoi sentimenti che, essendo estremamente mutevoli, potranno variare in pochi istanti da un: “Ti amo, sei la persona più importante della mia vita” ad un: “Ti odio, sei spregevole”. Tra le emozioni più difficilmente gestibili della personalità borderline c’è la rabbia che può diventare talmente intensa da determinare comportamenti distruttivi verso l’altro, gli oggetti o anche verso se stessi attraverso comportamenti autolesionistici e tentativi di suicidio. Spesso sono presenti anche comportamenti impulsivi quali abbuffate e vomito autoindotto, guida spericolata, shopping compulsivo, abuso di droghe e alcool, comportamenti sessuali promiscui.
Stare in una relazione di questo tipo è come vivere costantemente sul filo del rasoio, non si sa mai quando la bomba esploderà e in che modo. Il partner si sentirà spiazzato, non saprà mai come comportarsi, si sentirà spesso accusato ingiustamente e offeso anche pesantemente quando, solo un attimo dopo, si sentirà idealizzato e portato sul palmo di mano. In una relazione di questo tipo gli aspetti predominanti saranno dunque la confusione e il caos.
QUALI SONO LE CAUSE DELLO STILE AFFETTIVO BORDERLINE?
Diversi studi dimostrano come le persone con personalità borderline abbiano vissuto esperienze affettive traumatiche precoci (Kernberg, 1994), abbiano vissuto in un ambiente familiare invalidante (Linehan, 1993) sviluppando un attaccamento insicuro e fallimentare con la figura primaria, ossia la madre (Fonagy 2000).
Il ruolo dell’attaccamento nello sviluppo psico-fisico del bambino è definito da Bowlby estremamente importante, esso consiste in una serie di comportamenti che portano il bambino verso la madre alla ricerca di sicurezza e protezione.
Quando la madre ha gravi incapacità a sintonizzarsi con i bisogni di sostegno e protezione del figlio e non è presente nei momenti di bisogno, quando non è in grado di leggere le sue emozioni ed è maltrattante fisicamente e/o psicologicamente, oppure quando è contraddittoria nelle sue manifestazioni di affetto, ecco che si viene a creare un attaccamento definito “ disorganizzato”. Si tratta di un tipo di attaccamento in cui la madre è la figura cercata dal bambino in quanto bisognoso di cure e, contemporaneamente, quella dalla quale si deve allontanare in quanto spaventante e non accudente, ovvero: “ mi avvicino perché ho bisogno di te ma mi allontano perché mi spaventi”.
In una relazione affettiva primaria con queste caratteristiche il bambino non riuscirà a sentirsi degno di amore, desiderato, accolto, al sicuro e protetto ma vivrà il timore dell’abbandono, del vuoto, della non accettazione e del rifiuto.
Se riteniamo di non essere degni di essere amati, se ci aspettiamo il rifiuto e l’abbandono, cercheremo come compagno di vita proprio una persona rifiutante, oppure saremo abilissimi a distorcere le informazioni di amore che il partner ci invia tanto da vederci tradimenti, indifferenza, assenza, ecc
Ciò significa che nella mente della personalità borderline si sono strutturati degli schemi interni attraverso i quali viene percepita la realtà, la propria realtà, quella che conferma le esperienze infantili conosciute e sicure anche se maltrattanti.
Nei momenti di stress emotivo, la persona borderline non ha la capacità di richiamare alla mente delle immagini che la possano tranquillizzare, ne consegue che la gestione delle esperienze dolorose di paura dell’abbandono, della solitudine e della vergogna risultino particolarmente complesse e spesso impossibili da affrontare.
IL FASCINO DEL BORDERLINE E IL DRAMMA NELLA RELAZIONE:
PERCHÉ CI COINVOLGIAMO IN UNA RELAZIONE INSTABILE?
Matteo era fidanzato da tre anni con una donna borderline. Quando arriva per una consultazione inizia così la richiesta di aiuto: “Ho perso la testa per lei, una donna tanto bellissima, intelligente e creativa quanto instabile, caotica e ingestibile, non riesco a lasciarla e non so perché. Mi lascia e mi riprende, mi lascia e mi riprende come se fossi il suo giocattolo, mi ama o poi mi odia, dice che esisto solo io e poi mi tradisce, mi scrive lettere d’amore lunghissime e mi recita poesie al lume di candela per poi scomparire totalmente anche per settimane. Quando mi sveglio la mattina non so mai chi mi troverò accanto, mi sento disarmato, insicuro e impotente”.
La personalità borderline è affascinante, seducente, intelligente, creativa, estroversa, fortemente emotiva e sincera, con grande capacità di attirare a sé gli altri. Chiunque potrebbe esserne affascinato ma, quando si instaura una relazione più profonda, emergono con prepotenza tutte le altre caratteristiche dovute all’incapacità di stare in una relazione di vicinanza e di intimità. Più ci si avvicina e più vengono messi in atto sabotaggi alla relazione e questo è il paradosso del borderline, ovvero: “ti amo e ti odio allo stesso tempo”, proprio come nella relazione primaria con la madre. Le personalità che maggiormente subiscono il suo fascino sono quelle che necessitano del bisogno di assumere il ruolo di “salvatore” nella speranza invana di poterla guarire, oppure coloro che vengono definiti “antisociali” in quanto, essendo privi di compassione, vivono tutte le manifestazioni anche aggressive del partner come fonte di gioia e divertimento.
CHE COSA PUOI FARE SE SEI IN RELAZIONE CON UNA PERSONALITÀ BORDERLINE?
Proviamo a metterci nei panni del borderline. I suoi comportamenti sono un disperato tentativo di controllare il caos emotivo, la paura dell’abbandono e il timore di perdita; sono dunque una richiesta di aiuto. Ricordando questo è possibile agire in alcuni modi:
- Non condannare i suoi comportamenti in quanto hanno il loro senso di esistere, sarebbe più utile validarli con una frase del tipo: “capisco che stai molto male adesso, il tuo stare male è legittimo”. Ciò non significa essere d’accordo e assecondarli ma accoglierli facendo anche presente quali sono le conseguenze sulla relazione e su di te.
- Accetta la persona così com’è per quanto riesci. Se non riuscirai ad accettare le sue parti “brutte” non riuscirà nemmeno lei a farlo nè a modificarle. L’accettazione deve arrivare prima dall’esterno in quanto, essendo un’esperienza mai vissuta con la figura primaria della madre, l’accettazione di sé ancora non gli appartiene.
- Sappi che potresti essere ancora ferito
- Accetta i tuoi limiti e diglielo: “siamo esseri umani e tutti abbiamo i nostri limiti”
- Ricorda che il cambiamento avviene lentamente perché i progressi evocano timori abbandonici. E’ più utile dire: “Mi fa piacere che ti stai impegnando, sono contento ma anche preoccupato che sia stressante” anziché dire: “Brava! Puoi farcela anche da sola”
- Ricorda che più l’emozione è intensa e più diminuisce la capacità razionale. Anche se la critica è ingiusta e la normale reazione sarebbe la difesa, di fronte alla rabbia dell’altro la migliore soluzione è quella di non alimentare il fuoco ma di prendere tempo. Per quanto ingiusto sia è comunque meglio non reagire ed aspettare.
- Non cercare di fare lo psicoterapeuta in quanto non è un tuo compito
- Ognuno decide fino a quando sopportare, dipende dall’idea di coppia di ogni persona. Se l’idea di coppia è: “Io ti salverò”, è probabile che la relazione continui anche per molto tempo come conseguenza di un amore incondizionato, in caso contrario, prima di essere trascinati nell’abisso e voler salvare se stessi, si arriverà ad interrompere il rapporto. Interromperlo può essere molto difficile in quanto può scatenare una rabbia intensa nel partner, minacce o tentativi di suicidio, ritorsioni di vario tipo, ecc. Sarebbe preferibile riuscire a staccarsi gradualmente facendo raffreddare la relazione a poco a poco.
- Ricorda che solo con una psicoterapia adeguata l’uragano borderline potrà essere contenuto, la dissociazione psicologica ed emotiva che lo caratterizza necessita sempre di un sostegno terapeutico importante e spesso duraturo nel tempo.
“L’amore non è un pallone che puoi trattenere forte tra le braccia e calciare via subito dopo”
Dott.ssa Manuela Ferrara – Psicologo Psicoterapeuta
Ho trovato molto interessante ed utile questo tuo post. Lo condividerò con alcuni dei miei pazienti, Complimenti.
Grazie Nadia, credo che avere le idee chiare sulle relazioni di coppia che si hanno sia molto utile ad entrambe i partner, per conoscersi e per sapere come muoversi all’interno della relazione. Credo che ciò valga sempre, anche nelle relazioni non patologiche.
Buon lavoro cara collega!
Manuela
Dott.ssa Ferrara…..”speravo” di non trovare mai un articolo cosi dettagliato, giusto, preciso….reale…..
Sto nuotando da quasi due anni in quel mare che lei descrive….
sono stanco……mi ripeto ogni giorno solo che sono….”stanco”
Grazie….
Grazie per questo articolo. Sono stato con una borderline per oltre 11 anni ed e’ stato devastante. Oggi ho il terrore(quello vero: la fobia) delle donne (il mio cuore palpita come ne vedo una anche solo al pensiero di relazionarmici)… mi vedo totalmente perso. Sono caduto di nuovo in depressione ed ansia ( si di nuovo : come prima nei vari tira e molla).
Grazie per questo articolo, dopo tanto dolore credo di essere approdata, forse, ad una spiegazione della mia storia travagliata, bellissima e dolorosa che mi ha devastata negli ultimi 5 anni, ho incontrato quello che è il mio compagno (o meglio è il mio compagno a intermittenza) e da allora sono precipitata in un tunnel buio e senza uscita apparentemente, a complicare il tutto è che io mi sono legata a questa persona che mi ha dimostrato amore totale e attenzioni in un momento di vita per me difficilissimo, mi hanno diagnosticato la sclerosi multipla e la mia vita era distrutta, questa persona è arrivata tipo “L’Orlando innamorato” e dopo è diventato “L’Orlando Furioso!” esattamente tutto come da copione che continuo a rileggere nelle storie di voi tutti. Ad aggravare la cosa è la mia malattia e quindi immaginate la mia poco autostima, il mio dolore e il legame velenoso che si è intrecciato. una matassa che non so come farò a districare, mi sta soffocando ogni giorno di più e non so come farò ad uscirne. francesca
Credo di rivedermi in ogni riga che ha scritto. Per anni ho creduto di avere partner sbagliati perché mi sentivo sempre come su di un’altalena…ad oggi, mi rendo conto di essere io il “problema”. Non a caso, la corrispondenza del rapporto con la propria madre, combacia perfettamente.
Vorrei chiederle come non rovinare il mio matrimonio…crede io debba seguire una terapia? Non voglio distruggere psicologicamente mio marito.
Cara Roberta, come ha letto nell’articolo la buona volontà non è abbastanza per guarire un problema psicologico che necessita invece di una adeguata psicoterapia. Se sente di non stare bene e sente il suo matrimonio sofferente potrebbe esserle d’aiuto cercare di capire cosa sta succedendo con uno psicoterapeuta, io glielo consiglio davvero.
Non sottovaluti il benessere psicologico.
Un caro saluto
Dott.ssa Manuela Ferrara
Ci sono passato anch’io e ne sto uscendo.
È così difficile.. Rendersi conto che la persona al tuo fianco è disturbata.. mi stava rubando la vita.
Mi dava vita e me la toglieva.
L’amo profondamente, ma ho dovuto allontanarmi.
Ora mi deride.. Da copione. E questo mi rattrista.
Mi sento in colpa per non essere stato così forte da sostenerla. Per me ha avuto per 2 mesi attacchi di panico, perché pensava che sarei tornato dalla mia ex moglie, a distanza di piu’ di un anno dalla separazione (!)
Si arriva anche a questo, a rinunciare.
Povero amore mio, io non ero in grado e dovevo salvaguardare anche me, che mi sentivo costretto.
Lei non lo sa quanto mi manca! Ha lasciato un grande vuoto.
È davvero una brutta bestia questa patologia..
A chi sta vivendo un rapporto cosi dico.. Se siete forti, più forti di me.. Amatela fin tanto che riuscirete ed anche di più! E fatevi aiutare. Questi blog servono per sensibilizzarci.. Grazie
Io ci ho provato a stargli vicino, a sostenerlo, ma siamo alle minacce adesso… ora sono io che gli ho distrutto la vita… sto diventando anche io fuori di testa, ma come si fa ad aiutarli se non vogliono? però continuano a insultarci e dirci che è colpa nostra… che fare?
Sto con un soggetto di questo tipo da due anni e mezzo circa. Mi ha tradita almeno una volta e mi ha resa paranoica, per cui ha iniziato a incontrare gente di nascosto pur assicurandomi di non farci nulla. Dice che lo fa per sfuggire alla mia ossessione del controllo, creata poi da lui. Si rifiuta di parlare della storia che ha avuto minacciando di lasciarmi. Fosse solo questo. Non è mai contento di nulla e critica ogni cosa che faccio, pur non mancando momenti intensi e coinvolgenti. Ultimamente, causa anche altri problemi (di cui alcuni causati da lui) sono veramente tanto stanca. Non regge il minimo contraddittorio. Quando viene da me non vuole mai uscire di casa né gli interessa fare qualcosa con me che non sia dormire, mangiare e fare sesso. Quando ci riesce perché l’impotenza è il suo grande problema. Sto iniziando a dirmi che dovrei lasciarlo eppure non riesco ancora a decidermi, appena lo vedo più tranquillo. Anche il mio psicoterapeuta propone di valutare se ci sia la possibilità di venire a patti con questa instabilità.
Cara Barbara, salvati finché sei in tempo. Ricordati che dopo la fine di una storia travagliata potrebbe essere necessario molto tempo per recuperare e il tempo è prezioso.
In bocca al lupo, sono sicuro che farai la scelta giusta.
Poniti alcune domande sul rapporto e magari metti per iscritto tutto ciò che provi ogni giorno, ti dico per esperienza, che rileggendo dopo un po’ di tempo, io non mi sono riconosciuto.
Ho finito adesso.Relazione devastante.Le ho voluto tanto bene e gliene voglio ancora,sebbene accusato costantemente di essere freddo e di non averla nei miei pensieri.Sesso con fusione totale come con nessuna mai.Momenti insieme,tanti.Quanti gli insulti,gli appostamenti sotto casa e le minacce.Ho detto basta quando ha spostato il tiro sui miei figli denigrandoli e insultandoli pesantemente.Aveva giá in passato,dopo un mio rifiuto,contattato tutta la mia cerchia:amici,colleghi di lavoro e addirittura miei familiari per trovare improbabili conferme o diffamarmi.
É finita cosí.Nel nulla e di colpo,con le sue lacrime imploranti seguite immediatamente da decisi rimproveri.Cosí come da copione.
Io ho avuto la forza di dire basta e salvarmi.Lei ripeterá le sue dinamiche col prossimo sul quale attaccarsi morbosamente.Basta davvero stavolta,anche se sono fermamente convinto di essere ancóra e continuamente monitorato.Salvatevi.
Ho avuto un rapporto di due anni con una persona con tutte le caratteristiche indicate, l’ unica arma che ritenevo efficace non conoscendo con chi avessi veramente a che fare, era staccarmi da lei per brevi periodi, sperando capisse il perchè di questi distacchi, un rapporto d’ inferno, l’ ultimo distacco durato circa 20 giorni è stato fatale per la relazione, lei in questi 20 giorni aveva già instaurato un rapporto con un altra persona con la quale addirittura conviveva. Ho vissuto un vero inferno, ha fatto terra bruciata intorno a me denigrandomi con tutti quelli che conosceva e disegnandomi come un mostro, si inventava tradimenti, mi seguiva, mi minacciava, si appostava sotto casa mia, ora che è tutto finito entro un breve o lungo periodo toccherà all’ altro che pensa che il destino gli abbia dato la fortuna di incontrare questa bellissima donna, ma che in realtà gli rovinerà la vita, perchè le persone come queste non cambiano in quanto gli spigoli seppur limati a dovere spigoli rimangono.
Ci siamo amati follemente, superando distanze ed ostacoli. 15 anni di amore puro.Non posso immaginare la mia vita senza di lui.
O forse dovrei dire che io l’ho amato alla follia.
Mi ha lasciata senza battere ciglio 15 giorni dopo aver provato ad avere un bambino.
Ora che ha trovato una persona (in dieci giorni) evidentemente bisognosa di attenzioni (che lui sa dare davvero bene), va dicendo ad amici e parenti che non mi ha mai amata ed ora sì che ha scoperto il vero amore. Eppure fino a quindici giorni fa mi tempestava di telefonate e messaggi anche solo per dirmi: “ti amo, ti sto pensando, senza di te mi sento morire, non esiste amore più grande di quello che provo per te”.Che dire, è devastante. Compiango quella povera disgraziata che farà la mia stessa fine.Fermo restando che se conosci un tipo che dopo 10 giorni ti dice che ti ama e vuole darti tanti bambini forse dovresti farti due domande. Non mi posso permettere di pensare a quanto lo amo perchè mi butterei in terra a piangere tanto sono forti l’incredulità e lo sgomento e l’amore che ahimé ancora provo. Probabilmente amo la persona che ha finto di essere in tutti questi anni. Ora mi sto concentrando sull’aspetto razionale di tutta questa vicenda e sono pervasa da una rabbia cieca: posso accettare che l’amore sia finito ma non che non sia mai esistito.Mi si dice che , povere anime, già soffrono tanto ma se solo avesse un punto dove colpirlo forte per fargli sentire almeno una parte del dolore che sto provando, lo colpirei senza fermarmi un solo istante. In questi quindici anni non abbiamo avuto grossi problemi, forse perchè, quando arrivavo al limite (che poteva essere , ad esempio: “sì amore, facciamo il viaggio che dici tu ma prima preoccupiamoci di pagare le bollette”) lui si tratteneva dall’esplodere ma io pensavo avesse capito che contestavo la situazione e non lui.Ma ora sto qui a chiedermi se non è andato via prima solo per il fatto che nessuna gli ha dato corda.
Rinnegando questi quindici anni ha minato la mia autostima ed ho perso la mia identità: mi sento un’imbecille, totalmente incapace di vedere la verità e sentire ed amare. Mi sono sentita amata fino a piangere di gioia ed oggi devo fare i conti col fatto che probabilmente era solo una messa in scena a suo esclusivo uso e consumo. I bordeline dicono che chi li ama ha comunque un problema mentale altrimenti non starebbero dietro a persone come loro.Io non lo so se ho problemi: eravamo talmente tanto sulla stessa lunghezza d’onda che le sue intemperanze, il suo essere talvolta infantile, li amavo come parte di lui. E quando tremando mi abbracciava e gli si riempivano gli occhi di lacrime e mi diceva “Scoppio d’amore per te, vorrei poter passare la mia vita tenendoti stretta a me per farti sentire quanto ti amo” io gli ho creduto. Non ho avuto modo mai di dubitare del suo amore che io, ovviamente, ricambiavo con tutto il cuore.
Oggi spero che questa paura dell’abbandono che ha si concretizzi il più presto possibile e che la solitudine sia la sua unica compagna di viaggio.
Sono cattiva? Può darsi. Ma non riesco nemmeno a dire quanto lui lo è stato con me.
Infine, mi si dice che devo capire che ha un problema ma la situazione è questa: se uno ti prende a calci fino a ridurti in fin di vita, non è che se so che lo ha fatto perchè pazzo io soffro di meno, o sto meno male, o guarisco all’istante. Col fatto che hanno un problema passano a passo di carica nella vita degli altri, distruggendo tutto ciò che incontrano.
Triste a chi capita….
Coraggio!
Accidenti come mi riconosco in ciò che scrivi… Manca(va)no pochi mesi, per compiere 15 anni di amore; un amore meraviglioso che mi ha rovinato la vita… Ed ora sto vivendo una sofferenza distruttiva, perché ho avuto la forza di lasciarla andare. Anche se mi sto macerando nel dolore, e sanguino da tutte le parti… Se avessimo modo di poter parlare, andremmo a braccetto e temo che ne avremmo di cose da raccontarci,purtroppo… L’amo ancora…anche se mi ha rovinato la vita….
Ciao posso chiederle, se sa e se ha voglia, che fine ha fatto la persona in questione? Cioè come sta? Ha risolto? Saprebbe darmi qualche dritta su come ha capito che ha questo disturbo e se lei sa di avere questo disturbo? Grazie mille per la risposta buona serata
Dottoressa, semplicemente grazie… per me è così da anni… il punto è riassunto nella Sua frase:
“Ognuno decide fino a quando sopportare” il rischio è “di essere trascinati nell’abisso e voler salvare se stessi”
a volte è necessario avere la forza di girare pagina
Il mio è un commento di speranza. Faccio parte dei tormentati da questo disturbo, nel mio caso mi è stato diagnosticato un tratto di personalità borderline. Non ricopro infatti tutti i criteri del disturbo, sono sottosoglia. Che dire? È dura. Mi sento da una parte responsabile e in colpa dell’instabilità che provoco al mio partner. Dall’altra vedo giustificazioni alla mia rabbia. È una continua oscillazione tra sentirmi vittima e carnefice. Dopo anni di terapia ho acquisito consapevolezza sul disturbo, razionalmente mi riconosco e farei di tutto per non soffrire e non far soffrire così, ma emotivamente non ho scampo. Mi sento egoista perché con un’altra avrebbe sicuramente più stabilità, d’altra parte però senza di me non vuole stare.
La speranza nasce dal fatto che prossimamente incontrerà la mia terapeuta. Basterà? Non posso saperlo, ma ci voglio provare. O meglio, ora è così,!domani magari la penserò diversamente ….
Sono stato oltre 11 anni con una donna con tratti borderline.
Per almeno 9 di questi anni è stata una amante meravigliosa.. Io non mi ero accorto di nulla.. Una persona speciale… Quando ho cominciato a pensare a qualcosa di più di una storia clandestina, il giocattolo si è rotto, ed ho vissuto le instabilità ed i tormenti di cui tutti coloro che vivono questa esperienza “particolare” narrano.
Resta da domandarsi: se si vive un’esperienza speciale, non bisogna mettere nel conto anche, il prezzo “speciale” per averla avuta? .. Forse, dovremmo avere minori rabbie e rancori, quel livello di emozioni non sarà mai più raggiunto..