“…corri, corri e ancora corri, appena lui ti chiama, appena lui ha bisogno, appena ti dedica le briciole del suo tempo… ti senti rapita dalle sue briciole che ti sembrano tutto il pane del mondo”
Dott.ssa Manuela Ferrara
Cos’è la dipendenza affettiva?
Nella mia esperienza clinica mi sono trovata ad affrontare sempre più frequentemente la sofferenza in amore. Legami d’amore non sani all’interno dei quali l’individualità lasciava il posto alla fusione e ogni membro della coppia finiva col perdere se stesso.
Quando essere innamorate significa mettere da parte se stesse, soffrire, adattarsi ad un partner che ci ignora, maltratta, offende, stiamo amando troppo.
Quando giustifichiamo i suoi malumori, i tradimenti e il brutto carattere pensando che è colpa nostra, che solo se fossimo più belle, attraenti, intelligenti, affettuose, sarebbe tutto diverso, stiamo amando troppo.
Quando ci annulliamo per lui, quando stiamo male con lui ma anche senza di lui, quando le emozioni prevalenti sono la paura, l’ansia, l’angoscia e la colpa e il nostro benessere emotivo e la salute vengono messe a repentaglio, allora stiamo decisamente amando troppo.
Da dove nasce la dipendenza affettiva?
Le cause vanno ricercate in particolari dinamiche familiari che hanno portato la persona dipendente a costruirsi un’immagine di sé come di persona inadeguata, non degna di essere amata, dove il “termometro” della propria autostima è nella capacità di sacrificarsi per gli altri. I bambini i cui bisogni d’amore rimangono non riconosciuti possono adattarsi imparando a limitare le loro aspettative, a non chiedere e ad accontentarsi.
Questo processo di limitazione può portare al formarsi dei pensieri del tipo: “I miei bisogni non contano” o “non sono degno di essere amato”, convinzioni che stanno alla base della dipendenza affettiva. Spesso gli adulti dipendenti sono stati dei bambini che sono dovuti crescere troppo in fretta e hanno dovuto prendersi cura dei propri genitori, imparando così che l’unico modo per ottenere amore è quello di sacrificarsi per l’altro. Ciò che accomuna l’infanzia di chi soffre di dipendenza affettiva è una situazione di carenza affettiva che da adulti si cerca di colmare e compensare con atteggiamenti iperprotettivi e controllanti nei confronti del partner. La dipendenza affettiva si manifesta maggiormente nelle donne rispetto agli uomini e ciò accade perché le donne, per ragioni storiche, sono più portate a “pensare male di sé”. E’ stato loro insegnato che sono deboli, paurose, fragili e bisognose di protezione. Alcuni di questi insegnamenti sono ormai entrati a far parte dell’inconscio femminile. Ciò nonostante esistono tantissimi casi maschili di dipendenza affettiva, che spesso vengono ignorati. Sono di due tipi: una dipendenza affettiva passiva, obbediente, remissiva (come la gran parte di quella femminile); e una invece aggressiva, possessiva, manipolatoria, talvolta violenta.
La dipendenza affettiva va il più delle volte letta come co-dipendenza, e unisce in un nodo complesso due partner con disturbi complementari. La co-dipendenza è un fenomeno ampio e prevede sia il caso “tipico” in cui un uomo perseguita una donna, ma anche il caso in realtà non meno frequente (anche se di solito meno tragico) in cui la donna è aggressiva e manipolatoria e l’uomo remissivo.
I gruppi di sostegno psicologico per la dipendenza affettiva: cosa offrono?
Un gruppo di supporto psicologico si pone come finalità quella di aiutare l’individuo a uscire dall’isolamento e sentirsi meno solo e più sollevato nel condividere problematiche con altre persone, che pur provenendo da situazioni diverse vivono condizioni simili alla sua. Condividere con gli altri le proprie esperienze e vissuti aiuta la persona a vedere la sua problematica da una diversa prospettiva (con il risultato di promuovere nell’individuo nuove capacità e risorse per gestire il problema) e rappresenta inoltre una preziosa fonte di arricchimento personale. I partecipanti ai gruppi hanno quindi a disposizione uno spazio all’interno del quale si facilita il riconoscimento, la consapevolezza e l’espressione corretta di pensieri, emozioni e bisogni. All’interno di ogni incontro di gruppo spazi di discussione e condivisione dei vissuti personali si alternano con momenti dedicati ad esercitazioni pratiche in merito agli argomenti trattati.
I gruppi di sostegno psicologico sono rivolti non solo a persone che soffrono di dipendenza affettiva dal partner, ma anche da altre persone significative quali genitori, figli, amici.
Come sono organizzati?
Gli incontri di gruppo si svolgeranno con cadenza quindicinale (due incontri al mese) e saranno attivati al raggiungimento del numero minimo di partecipanti. Il gruppo potrà essere composto da un minimo di 3 ad un massimo di 8 persone.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI CIRCA I PERCORSI DI AIUTO (individuali e/o di gruppo), PER CONOSCERNE MODALITA’, FREQUENZA E COSTI O PER FISSARE UN APPUNTAMENTO POTETE SCRIVERE ALLA DOTT.SSA MANUELA FERRARA all’indirizzo:
manuela.ferrara@ordinepsicologiveneto.it
O contattarla al numero 347 54.52.767
“né con te né senza di te… un dilemma che si risolve ricominciando da sé”
Dott.ssa Manuela Ferrara