“io e te ci incontriamo nella mente”
“Lei sta per scendere dall’auto piena di entusiasmo, si preannuncia una domenica a pranzo con la famiglia ed altri amici. Sente lo scricchiolio dei sassi sotto alla scarpa, non fa ancora tempo ad appoggiare l’altro piede che alza lo sguardo e vede lui, poco distante da lei, con lo sguardo abbassato intento ad allacciare la scarpa a sua figlia. Di quella giornata il ricordo si è fissato a quell’istante, allo scricchiolio dei sassolini e a quella indefinita, improvvisa e irrazionale sensazione nella pancia, nell’anima e nella testa. L’impressione di conoscerlo da sempre, la sensazione di familiarità e di un riconoscimento di anime è molto profonda e prende il sopravvento, da quell’istante il contorno dei commensali viene relegato nell’oblio, le loro voci si attutiscono e le loro figure si appannano lasciandola sospesa in una bolla emotiva nebulosa”.
Esistono questi incontri che si insinuano dentro ad ogni cellula del corpo provocando uno scossone emotivo ad alta intensità anche in persone che mantengono comunque la fedeltà verso il partner. Essere catapultati in un vortice emotivo di questo tipo è destabilizzante, soprattutto quando, ignari dei meccanismi di coppia in atto, la si mette sopra ad un piedistallo nella convinzione di essere al riparo da qualunque “violazione” del suo confine.
Il trambusto interno è per alcuni aspetti difficilmente mascherabile e, senza un’introspezione e un rilancio di impegno nella relazione, può provocare in essa delle fratture compromettendo la connessione. Il legame può quindi andare in modalità sofferente, potrà bussare alla porta il disinteresse sia emotivo che fisico per il partner, il contrasto tra emozioni positive e negative verso di lui potrà determinare comportamenti incoerenti nei suo confronti creando insicurezza e senso di smarrimento, la rabbia potrà apparire ingiustificata e carica di sensi di colpa creando ancora maggiore caos emotivo.
Il tradimento platonico è un vero tradimento?
Uomini e donne sono “cerebralmente” diversi rispetto alla sfera emotiva e fisica-sessuale ne consegue che, spesso, per gli uomini, un “tradimento platonico” agghindato solo all’interno della fantasia, dell’immaginazione, nei watsup, in sguardi privilegiati e intensi assuma un significato più banale e superficiale rispetto ad un coinvolgimento sessuale e fisico. Dal lato opposto, invece, le donne sono più inclini a tollerare una sbandata sessuale che un coinvolgimento emotivo, quest’ultimo risulterebbe di gran lunga molto più indigesto e porterebbe con sé una ferita di attaccamento molto più pesante da affrontare e perdonare. Che sia considerato un vero tradimento o meno, dunque, poco importa. E’ chiaro che la stabilità emotiva del partner investito verso un terzo, quella del partner ignaro o consapevole di ciò che internamente sta accadendo all’altro e della coppia stessa subirà dei colpi.
Esistono rapporti di coppia inviolabili all’intrusione di terzi?
La possibilità di essere traditi ma anche quella di essere traditori è sempre dietro l’angolo, nessuno potrà mai giurare realmente e oggettivamente, né su se stessi né sull’altro, di essere immune da questa possibile esperienza. Nessun essere umano possiede il potere di prevedere i cambiamenti individuali, di coppia, le variabili stressanti interne o esterne che potranno appesantire il legame negli anni, né gli incontri casuali che si potranno insinuare abilmente nelle fessure di vulnerabilità individuale o di relazione con l’altro. Il giuramento di fede può sostenere la fedeltà e proteggere da un coinvolgimento fisico ma, nessun giuramento razionale ha potere verso il mondo emotivo interiore.
Spesso anche gli amori più solidi possono tremare di fronte alle tempeste della vita sentendosi fragili e vulnerabili, mettendo in discussione alcuni aspetti del legame, sedendosi, sentendo senza ascoltare, essendo presenti fisicamente ma non emotivamente, essendo indifferenti, disattenti o mettendo in secondo piano la coppia rispetto alle proprie famiglie di origine e ritrovandosi, dopo un po’, nel bel mezzo di un gomitolo di insoddisfazioni.
Ecco che, uno sguardo privilegiato dall’esterno, un complimento sentito, una forte attrazione diventano un copione diverso, un cocktail esplosivo che potrà insinuarsi nella coppia creando scompiglio. Le insoddisfazioni vengono messe all’angolo e le illusioni prendono il sopravvento.
Un mito da sfatare è quello secondo il quale la coppia entri in crisi a causa del tradimento, esso infatti è più la conseguenza che la causa di una crisi della relazione di coppia. Come dice Umberta Telfener nel libro “Le forme dell’addio”: “Noi psicologi siamo del parere che non esistano “vittime innocenti” e “vili traditori”, ma che il tradimento avvenga quasi sempre tra due persone coinvolte nella genesi della situazione extraconiugale. Il tradimento è spesso segno di un disequilibrio emozionale nella coppia e mette in luce un disamore che veniva mascherato dalla routine”.
Le dinamiche che portano a tradire sono dunque sempre relazionali e mai individuali, un aspetto spesso sottovalutato che impedisce ai partner di vivere la crisi come un opportunità di crescita anziché di involuzione. Il tradimento è spesso un’agito per mettere in discussione la coppia, per evidenziare delle criticità, per comunicare all’altro un senso di malessere che si fatica ad esprimere verbalmente o che è ostacolato nella sua espressione da altre variabili. I segnali del malessere emotivo possono essere abbaglianti o molto spesso viaggiare sotto soglia tracciando un percorso passo dopo passo e giorno dopo giorno. Ciò che spesso accade è che, la cecità emotiva di fronte ad essi, la paura di un abbandono, il timore di essere sbagliati, l’ansia del confronto, la vulnerabilità ad aprirsi all’altro sono tutti ingredienti che non aiutano a cogliere il suo insinuarsi in una relazione probabilmente da rinegoziare e da rinnovare.
La coppia può sopravvivere ad un tradimento platonico?
In mezzo a tutto questo trambusto, quando ci sono saldi sentimenti di affetto, stima e amore, quando la relazione col partner è sufficientemente soddisfacente e stabile, è possibile utilizzare la crisi in senso evolutivo e costruttivo rinnovando la coppia. In una buona relazione infatti ci si scopre in continuazione, ci si sconnette e ci si ripara, ci si riconnette e si cresce.
Se il tradimento platonico non esce allo scoperto ma spinge comunque chi lo vive a mettersi in discussione, a riflettere, a ripercorrere la storia di coppia guardandola con degli occhiali diversi in cerca di possibili intoppi, carenze reciproche e vulnerabilità e, comunicando al partner i propri bisogni, potrà comunque aprire le porte ad un positivo cambiamento. La riparazione di momenti di difficoltà è un compito appartenente alla natura della coppia stessa ed è possibile finché, tra i partner, rimane anche solo un briciolo di interesse a recuperarne il legame, ma è in scadenza invece nel momento in cui si giunge, da parte di uno dei due o da entrambe le parti, ad un disinvestimento totale verso la relazione. Se il legame è oramai simile ad un maglione troppo sgualcito con le trame di tessuto impossibili da rammendare è molto probabile che le distanze tra i due partner non abbiano più possibilità di accorciarsi. Siamo in questo caso giunti al “punto di non ritorno”
L’impegno reciproco nella relazione dunque è un fattore determinante alla rinascita della stessa.
Manuela Ferrara – Psicologo Psicoterapeuta